Fenerbahçe-Benfica 1-1: ancora un anno senza Champions League per i Canarini

Arrivare a Kadıköy in un tardo pomeriggio d’agosto è un’esperienza da consigliare a chiunque, anche a chi non ama il calcio.

Il paesaggio incantevole, soprattutto per chi vi arriva dalla sponda europea, può persino far dimenticare che è la sera di Fenerbahçe-Benfica, il primo vero big match della stagione di calcio turco a Istanbul. Eppure i segnali della grande partita, a un occhio più attento, sono evidenti. Maglie giallo-blu iniziano a spuntare, piano piano, anche negli angoli dove nel resto della settimana sarebbero quasi un affronto (cfr. quartiere BJK). L’atmosfera poi a Kadıköy si fa debordante e coinvolge chiunque, soprattutto nella piazza del Boğa, una statua a grandezza naturale di un toro, scultura che domina il quartiere più giallo-blu di Istanbul. Naturale ritrovo, ovviamente, dei supporter del Fener, che sperano nell’impresa impossibile. Ben presto, però, gli stessi ragazzi si ricrederanno,

Appare infatti evidente fin dai primi minuti di gioco che, nonostante una buonissima occasione nata da spizzata di Ayew e non concretizzata da Neustadter, il Benfica abbia la (quasi) completa padronanza del campo. Non nel possesso, ma nella capacità di colpire negli spazi. Arriva inesorabile il vantaggio portoghese, meritato, dopo 25 minuti: a colpire è Gedson Fernandes, liberato da un facile triangolo su cui la retroguardia canarina reagisce con colpevole ritardo. Non sarà l’unico svarione difensivo del Fener, ma sarà quello punito dalla squadra ospite, a lungo in gestione del match nonostante il pareggio arrivato da perentorio colpo di testa di Alper Potuk, improvvisatosi centravanti nell’attesa, ormai impaziente, dell’inserimento nell’11 iniziale del neo acquisto Islam Slimani.

Le telecamere lo inquadreranno impietose, soprattutto in un secondo tempo in cui le poche occasioni del Fenerbahçe non si concretizzano. Bene i ragazzi Barış Alıcı ed Elif Elmas, due note liete già apprezzate sette giorni fa a Lisbona. Cocu ripartirà da qui. E da Slimani, ariete mancato di una notte che, con solo un po’ più di rodaggio e condizione, avrebbe potuto far festeggiare ben più a lungo i tifosi del Fener attorno alla mitica statua del toro.

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