Beş​iktaş​-Torshavn 6-0: racconto di una serata di calcio d’inizio agosto

Tutta una questione di rituali, in fondo. Il calcio a Beş​iktaş​ non è altro che una continua ripetizione di rituali. In pochi altri luoghi al mondo esiste una tale ​ossessione per una serie di abitudini che contraddistinguono il “grande giorno”, quello della partita, sia esso nel weekend o nel bel mezzo della settimana. ​​Cos​ì, quando il 2 agosto del 2018 la nuova stagione di calcio turco propone un appuntamento al Vodafone Park, so già cosa posso aspettarmi. L’indirizzo, rigorosamente scritto a penna su un vecchio taccuino, ha solo cinque lettere e potrebbe essere tranquillamente scambiato per una città russa.

Kazan“. Il ristorante/birreria più frequentato sulla riva europea del Bosforo, nel giorno sacro per la tifoseria bianconera, è senza ombra di dubbio quest’angolo di mondo che si affaccia su una delle vie più (maledettamente, ndr) trafficate dell’intera megalopoli turca. ​Bottiglie di Efes e Bomonti vengono stappate con velocita sempre piu vorticosa più si avvicina il fischio d’inizio: è un rituale, ed è solo il primo. Perché anche se si va allo stadio​ da soli, non lo si è mai realmente.​ Basta seguire la massa bianconera, che passo dopo passo s’incammina verso sud. Venditori di simit e kebap sono tutti vestiti con le maglie del Beşiktaş​, sulla strada che qui chiamano semplicemente “Ağaçlı yol”, viale alberato. Solo dopo aver costeggiato la vecchia dimora dei sultani, il palazzo Dolmabahçe, si arriva alla destinazione. Ora si chiama Vodafone Park, prima ancora era Vodafone Arena; forse ​è​ superfluo specificare che quello era il leggendario stadio Ismet İnönü, nome che ha portato ufficialmente per decenni prima di essere demolito e ricostruito. I tifosi arrivano, toccano l’aquila che li osserva uno a uno fuori dallo stadio, quasi fosse una scaramanzia, o semplicemente la ricerca di un selfie da condividere. Un altro rituale.

Senza dubbio ​il Vodafone Park è​ il piu moderno degli stadi turchi, il primo ad avere al suo interno un vero e proprio museo, con tanto di giro in rollercoaster in realtà aumentata. Ne riparleremo, forse proprio qui. Intanto ​è giusto partire da una serata poco faroese, sia per quanto riguarda le temperature del Bosforo che per le fortune, non pervenute, degli ospiti del Torshavn. A loro tocca il primo giro del campo, con qualche sparuto fischio di benvenuto da parte dei tifosi di casa, nemmeno troppo convinti nell’imporre il classico benvenuto alla turca in stile “Welcome to Hell” ai faroesi, già sconfitti 0-2 all’andata. Il Beşiktaş​ scende in campo poco dopo. “Oley, oley, oley”: ogni giocatore viene chiamato, per nome, dalla curva situata ad ovest. L’ennesima tradizione, che si ripete ogni volta. Così lo stadio a poco a poco si riempie, lentamente, fino a contare almeno 30mila unità: non male per una partita giocata ad agosto.

Esattamente 12 mesi fa succedeva qualcosa di simile a Milano, per Milan-Craiova. In Turchia, e sicuramente più a Beş​iktaş​ che altrove, vivere la partita allo stadio è ancora la normalità e non l’eccezione, nonostante le tante contraddizioni che abbiamo spesso raccontato qui. L’esperienza vissuta, e ancora una volta i tanti rituali che durano una giornata intera, valgono i prezzi dei biglietti, sempre più in salita come nel resto del mondo. E se di rituali vogliamo ancora parlare, forse ne esiste uno che, piu di tutti, racchiude l’entusiasmo delle tribune turche, e continua a riempirle ogni volta.

Bir, iki, üç.” Uno, due, tre. La partita ha inizio, e gli occhi di ogni spettatore si dividono tra il campo e gli spalti, dove all’unisono ogni tifoso salta insieme agli altri. I singoli si annullano e la massa diventa una sola, per uno scenario che lascia sempre senza parole. Viene vissuto cos​ì​ anche in altri stadi turchi, perch​é come tutte le cose belle, anche le tradizioni vengono copiate e riutilizzate, cambiate, addirittura migliorate. Così, dopo il 6-0 finale, saranno quattro giocatori del Torshavn a recarsi a centrocampo. Tocca a loro, il rituale, stavolta: uno, due, tre, per una notte europea che non dimenticheranno mai. Per il Beş​iktaş​ è una delle tante, solo l’inizio di una stagione che (almeno, lo sperano qui) puo essere ricca di successi e soddisfazioni, nonostante i tanti cambi che il mercato ha portato tra le fila dei bianconeri, e le tante domande che una rosa non ancora pronta a inizio agosto può suscitare.

La nota positiva? Cyle Larin, autore di una splendida tripletta e carico come non mai.

La nota negativa? Le assenze, quelle di Fabri e Talisca, ceduti ma presenti, eccome, nelle maglie dei tifosi allo stadio; e quella di Ricardo Quaresma, che le ultime voci darebbero come possibile partente. Sarebbe una perdita grave per i tifosi, che lo amano piu di tutti gli altri.

La maglia piu vista nelle vicinanze dell’impianto? La 7, nemmeno da specificare. Vedremo se Q7 restera: mal che vada, i tifosi del Beş​iktaş​ hanno diversi rituali con cui consolarsi.

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