Bodrumspor: il calcio nella terra delle spiagge, dei profughi e delle donne ultras

Caldo, sole sulle spiagge, musica, relax e bandiere rosse della mezzaluna innalzate: tutto questo accompagna le giornate di una location particolare. Questa volta però non si tratta di Antalya, la nuova location residenziale di Samuel Eto’o. Siamo a Bodrum, nell’hinterland della grande e ricca provincia di Mugla, nota calcisticamente per avere cresciuto ed allevato l’attuale centrocampista della Roma Salih Uçan.

Il nome di Bodrum rievoca ai più informati sul tema dell’attualità internazionale la terribile morte del bambino siriano Aylan, episodio che rappresenta in maniera cruda il cimitero di migranti che è diventato il mare Egeo.
Ma laddove accade tutto questo, nonostante tutto, si continua a vivere la solita vita fatta di spiagge, turismo, movida e anche buon calcio.

Già, perchè proprio lo sport più bello del mondo viene praticato in maniera professionistica dal Bodrumspor, società che riempie le domeniche sportive dei caldi abitanti di Bodrum, ma soprattutto scalda uno dei più caldi gruppi ultras femminili di tutta la Turchia.
Proprio le donne che compongono la tifoseria delle Bodrumspor Firtinasi sfidano spesso la tradizione islamica, andando allo stadio senza velo in nome della voglia di libertà che contraddistingue la parte più occidentale dell’Anatolia, ma soprattutto nel ricordo della povera Ozgecan Aslan, cioè colei che è stata massacrata e uccisa a Mersin perchè ha rifiutato la violenza maschile.
Questo contorno è stato presentato anche in un bellissimo video clip musicale, lanciato dal noto cantante turco Sarso.

Intrecci, calcio e politica come sempre vanno a braccetto, ed anche a Bodrum le cose funzionano così, soltanto che la società locale del Bodrumspor se ne resta fuori il più possibile. Al contrario, i tifosi, no!
D’altronde, per questa piccola compagine polisportiva dai colori sociali bianco-verde fondata nel 1931 i problemi sono altri, visto che affrontare l’impegnativo campionato di quarta divisione turco non è semplice, se si deve anche investire denaro nel talento locale per cercare di sfondare anche nelle competizioni internazionali dello sport minore.
Già, perchè il Bodrumspor è attivo in tantissime discipline e recentemente ha anche preso parte al prestigioso trofeo nautico Marcello Campobasso.

Il calcio resta però sempre lo sport di punta, l’anello forte da cui fare business e pubblicità, ed il comune di Bodrum, visti gli enormi introiti del turismo, ha pensato bene di costruire un nuovo stadio tecnologico all’inglese.
“Una follia”, hanno subito pensato in molti, visto che la squadra ha sempre militato nei campionati amatoriali; ma quest’anno a sorpresa il club dopo una lunga ed estenuante lotta con il favorito Afjet Afyonspor (ricco club di quinta divisione dotato un modernissimo impianto capace anche di organizzare un torneo estivo coinvolgendo Olympiacos, Galatasaray, Marsiglia e Antalyaspor), ha vinto il campionato dilettantistico di quinta divisione, salendo quindi per la prima volta nel torneo professionistico di quarta divisione.

Ora a Bodrum i fari sono puntati da più parti: ci si aspetta che la questione dei migranti venga risolta ed altresì molti sportivi turchi si aspettano che il club sfrutti bene le buone risorse finanziarie, per salire ulteriormente di categoria.
Quel che è certo è che Bodrumspor non potrà tesserare nessun calciatore straniero per migliorare la rosa, perchè una vecchia regola imposta dai dirigenti della Turkish Football Federation impedisce tuttora il tesseramento di atleti non turchi in 3 e 4 serie.
Tutto questo ci insegna una saggia morale: finchè il calcio sarà legato così a dirigenti e politici, il declino per questo movimento sportivo sarà lento e inesorabile.