Storie di club - Istanbul Başakşehir, l’ex Istanbul BB e attuale casa di Stefano Napoleoni

C’erano una volta gli splendidi anni ’90, periodo in cui il calcio in Anatolia conquistava una dimensione sempre più internazionale.

Erano le annate in cui l’Istanbul calcistica si stava riprendendo il domino del calcio turco, dopo l’exploit del Trabzonspor negli anni ’70 e ’80.

Ma sopratutto era il periodo in cui una potenza del calcio turco odierno, stava partendo dai campionati amatoriali, per tentare una mega scalata al calcio che conta.

Di chi stiamo parlando?

Ovviamente dell’Istanbul Basaksehir, compagine calcistica che una volta era chiamata İstanbul Büyükşehir Belediyesispor (0 semplicemente Istanbul BB)per via del suo status di club comunale.

Il club prendeva forma solamente nel 1990, come società polisportiva della municipalità di Istanbul, grazie ad un politico del Cumhuriyet Halk Partisi di nome Nurettin Sozen, dopo un’iniziale annata nel calcio amatoriale, aveva disputato 15 anni tra seconda e terza divisione con la denominazione Istanbul Büyükşehir Belediyesi Spor (che può essere tradotto in italiano in società polisportiva della municipalità metropolitana di Istanbul).

Ciò nonostante il pubblico che assisteva alle partite di questa società comunale, figlia della politica, era poco, tant’è che non sempre lo Stadio Bayrampasa Cetin Emet veniva riempito  nei suoi 3000 posti a sedere.

Ma nel 2006-07 la squadra (che all’epoca militava in 1.Lig), raggiunse incredibilmente in Super Lig, grazie ad un secondo posto finale in 1.Lig conquistato dopo una lunga lotta che aveva visto coinvolti anche Hacettepe, Malatyaspor e Kasimpasa.

Nonostante l’approdo in una categoria importante il club era vincolato nelle spese sul mercato per via dello status comunale, che avrebbe dato una brutta immagine al comune se l’Istanbul BB avesse speso molti soldi dei cittadini per comprare dei top player.

Quindi nell’annata 2007-08 erano sbarcati a Istanbul sponda Büyükşehir Belediyesispor ottimi giocatori low cost come Necati Ateş, Adriano Nascimento, Sergio Orteman, Razundara Tjikuzu, Marcus Vinicius e Kenan Hasagic.

Sempre dal 2007-08 la società aveva scelto l’immenso Stadio Ataturk di Istanbul, come campo da gioco per le gare casalinghe in Super Lig, ma la gente dell’ex Costantinopoli continuava ad ignorare e detestare questo club, considerato da alcuni ”un’inutile spesa di soldi pubblici”.

Comunque, nonostante uno Stadio Ataturk semi-deserto (in cui spesso gli unici tifosi erano i supporters delle squadre ospiti), l’Istanbul BB in quell’annata aveva disputato una buonissima stagione, alla fine culminata con una salvezza raggiunta con largo anticipo.

L’annata seguente erano arrivati in squadra giocatori come Gustave Bebbe, Marcin Kus e Marcos Barbosa, con l’obiettivo di rinforzare una rosa che finirà al nono posto.

Nel 2009-2010 lo scouting estivo aveva portato buoni talenti come Herve Tum, Kanfory Sylla e Mazowa Nsumbu, all’allora emergente mister Abdullah Avci, che poi era magistralmente riuscito a guidare una squadra con pochi fan al sesto posto, ad un solo punto sotto la zona Europa League.

Ma nel 2010-2011 Abdullah Avci, aiutato dagli arrivi di Filip Holosko e Samuel Holmen, oltre a guidare il club verso l’ennesima salvezza, era riuscito a trascinare l’Istanbul BB alla prima finale di Coppa di Turchia, dopo aver eliminato in serie Bursaspor, Karsiyaka, Kirikhanspor, Kasimpasa e Genclerbirligi.

Purtroppo il sogno di questo club si era dovuto fermare proprio sul più bello: l’11 maggio 2011 nel monumentale Stadio Kadir Has di Kayseri, il Buyuksehir era stato sconfitto ai calci di rigore da un più competitivo Besiktas, dopo che ai tempi regolamentari il risultato era terminato sul 2-2 (Quaresma 33; Ibrahim 53, Gokhan Unal 68; Tomas Sivok 78).

In questi ultimi anni, la compagine di Istanbul nonostante gli arrivi di gente come Eduardo Carvalho (ex portiere del Genoa), Edin Visca, Pierre Webo, Doka Madureira, Tom, Kamil Zayatte, Simon Zenke e Robert Vittek, non è più riuscita a ripetere simili cavalcate leggendarie in Coppa di Turchia.

Ma anzi nel 2012-13 la società, orfana di Abdullah Avci (nel frattempo approdato nella nazionale maggiore turca), è retrocessa in 1.Lig, a causa del basso rendimento del gruppo allenato dal portoghese Carlos Carvalhal.

Fortunatamente per il club l’esilio in 1.Lig è durato un solo anno, visto che l’emergente mister Cihat Arslan, aiutato dagli arrivi di Mehmet Batdal e Mohamed Bangura, ha riportato immediatamente il club in Super Lig.

Il ritorno nella massima serie turca ha accelerato una mini rivoluzione: la società calcistica si è staccata dalla municipalità di Istanbul, ripartendo privatamente con nuova sede, stadio e denominazione.

L’estate scorsa è quindi ufficialmente nato l’Istanbul di Basaksehir dalle ceneri dell’ex club comunale, con grandi progetti come la nuova sede (il quartiere Basaksehir), il nuovo stadio (la Fatih Terim Arena) ed il ritorno inaspettato in panchina dell’indimenticato Abdullah Avci.

Tutti questi ingredienti hanno portato entusiasmo, e nuovi fan si sono quindi appassionati al nuovo club privato di Basaksehir.

Ne ha giovato tutta la squadra, che nel 2014-15 sotto la guida di coach Avci, ha conquistato uno storico quarto posto finale, con annessa prima e storica qualificazione in Europa League.

Purtroppo però, quest’estate l’urna di Nyon ha decretato da subito un avversario temibile: l‘Az Alkmaar.

Non sono bastati gli arrivi di Sokol Cikalleshi, Emre Belozoglu, Epureanu, Marcio Mossorò, Musa Muhammed e Rajko Rotman al Basaksehir, per evitare una precoce eliminazione per mano degli esperti e sornioni olandesi, che hanno dapprima vinto in Olanda, per 2-0 per poi sbancare la Fatih Terim Arena con un letale 2-1 .

Quest’anno l’Istanbul Basaksehir dopo una partenza a rilento ha pian piano cambiato marcia grazie all’esperienza di Emre, Mossorò e al talento di Cikalleshi e Batdal. Attualmente la società si trova in piena zona Europa League.

Per puntare con decisione all’Europa, il club ha tesserato nel recente mercato invernale un centravanti italiano: Stefano Napoleoni.

La presenza dell’ex Tor di Quinto, Widzew Lodz, Levadiakos e Atromitos nella rosa del Basaksehir, è un motivo in più per seguire e simpatizzare per questa squadra che, grazie al aiuto economico del gruppo Medipol, vuole puntare in futuro a vincere trofei ed a diventare una big del calcio turco, con la stessa umiltà che apparteneva al club quando esso militava nelle serie minori del ”futbol” anatolico.

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